Stopover, croce e delizia di ogni viaggiatore. A metà strada tra uno sconsolato “ma cosa vuoi che riusciamo a vedere in così poco tempo?” e un carico “è l’opportunità di scoprire una città nuova!”. Ma da cosa iniziare, cosa scegliere? Noi ce lo siamo chiesti in occasione del nostro viaggio in Patagonia, che prevedeva appunto uno scalo di poco meno di 24 ore nella capitale argentina. Se anche voi vi siete trovati almeno una volta in questo impasse, proviamo ad aiutarvi consigliandovi cosa vedere secondo noi in uno stopover a Buenos Aires.
Cimitero della Recoleta
È tutt’altro che macabro camminare tra le tombe, immersi nella dignitosa e sopita quiete di questo enorme cimitero. Lungo le stradine si incontrano mausolei e tombe decorati con statue espressive e invase dai rampicanti. La tomba di Eva “Evita” Peron si trova in questo cimitero e non è affatto semplice da scovare: perdersi tra le tombe permette di scoprire angoli del cimitero inaspettati. L’eterna dimora di Evita si riconosce per le molte targhe, per le persone attorno e per qualche fiore fresco lì appoggiato. Ma quel che stupisce di più di questo cimitero sono le opere d’arte che si incontrano senza che uno se lo aspetti: sono le belle sculture e statue lasciate a vegliare sui defunti ma anche, proprio accanto a loro, la forza di una pianta selvatica che colma ogni spazio.

















Il “microcentro”
Nome orribile a parte, questa è la zona in assoluto più centrale di Buenos Aires, il suo “cuore” un po’ parigino e un po’ snob, un po’ europeo e un po’ di facciata. Qui non ci vive nessuno, ma molti anzi moltissimi ci lavorano poiché è una zona quasi esclusivamente di uffici ed attrazioni turistiche. Tra queste spicca la famigerata Plaza de Mayo, dove le disperate e caparbie madri dei desaparecidos per anni portarono avanti la loro protesta pacifica.
Plaza de Mayo è dominata da un curioso edificio color porcellino-salvadanaio: è la Casa Rosada, sede del governo argentino. No, non è stata una donna a volerlo di questo colore (ammettete che lo avete pensato!). Fu invece un’idea di un tal presidente Sarmiento che, nella seconda metà del Milleottocento, decise i mescolare i colori di bandiera delle fazioni avversarie nella guerra civile: fu così che il rosso dei federalisti e il bianco degli unitaristi si smorzarono in un rosa bizzarro e un po’ vanesio. Secondo una versione meno poetica, il rosa con cui spesso si pitturavano le case argentine era ottenuto da una mescola di calcina e sangue bovino, che lo rendeva più resistente all’acqua.
Dall’altro lato della piazza, una chiesa altrettanto stravagante fronteggia la Casa Rosata: è la Cattedrale Metropolitana di Buenos Aires, ospitata in una edificio che assomiglia ad un tempio. Per chi lo desiderasse, al suo interno è possibile visitare un museo dedicato a Papa Francesco.
La Boca, il quartiere colorato
Il quartiere di La Boca si è guadagnato fama internazionale per la sua vitalità: quartiere di immigrati e colore, attualmente è una delle mete più gettonate dai turisti. Perché vi diciamo di andarci, allora? Beh, perché se avete meno di 24 ore da trascorrere a Buenos Aires, qui verrete coinvolti dall’atmosfera festante, dalla musica del tango ballato nei ristoranti, dalle bancarelle di spremuta d’arancia, dai colori vivaci delle case, dal vociare allegro della gente in strada.












Chila, il ristorante che vale lo stopover
Durante il nostro stopover abbiamo scelto di cenare in questo ristorante gourmet e ne siamo rimasti entusiasti. L’esperienza prevede un menù degustazione ideato dallo chef, Pedro Bargero: vi accompagnerà attraverso una sinfonia di sapori come in una danza. Gli ingredienti sono locali, trattati con attenzione a esaltarne i sapori e le consistenze. La cena è uno spettacolo in sette atti e potrete scegliere se accompagnare ogni portata con un calice abbinato (consigliato!). Ad un certo punto della cena, “magicamente”, comparirà sul tavolo un piatto bonus: è un piatto che lo chef ha ideato per voi e che è differente per ogni tavolo. I piatti sono un piacere per occhi e papille contemporaneamente. La spesa, intorno ai 100 euro a testa con vini in abbinamento: non è poco, ma è sicuramente molto meno di quel che si pagherebbe in Italia per un ristorante dello stesso livello. Il servizio è attento, cortese ed elegante, l’ambiente minimalista ma curato e intimo. A noi Chila è piaciuto e ve lo consigliamo se volete concedervi un lusso (in fondo eravamo in luna di miele!).
















Come spostarsi a Buenos Aires
La città di Buenos Aires è molto estesa e, avendo solo qualche ora a disposizione, è cruciale trovare il modo migliore per spostarsi. Noi vi consigliamo di percorrere le distanze maggiori in taxi (sono molto diffusi e abbastanza economici) e andare a piedi per i tratti più brevi.
Il video di Buenos Aires
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È una città che mi affascina da sempre e che credo valga la pena visitare bene. Però certo, se mi capitasse l’occasione, ne approfitterei anche solo per vederla per poche ore. Quindi credo abbiate fatto bene!
Per viverla senza dubbio occorre fermarsi più a lungo, ma per un assaggio anche qualche ora può essere sufficiente
Sono stata a Buenos Aires alcuni anni fa per 3 giorni (la partenza per un tour nel nord dell’Argentina). Ho ricordi colorati e gustativi (ricordo ancora con amore la bistecca di bife de Lomo). Leggere il tuo stopover mi ha fatto ricordare dei bellissimi momenti felici… E tu hai reso molto bene cosa Buenos Aires può offrire in poco tempo!
Grazie Anna, felici di aver risvegliato i tuoi ricordi
Una città che mi piacerebbe molto vedere, magari per qualche giorno, ma anche uno stopover è una buona occasione per conoscere un posto. Il ristorante mi ispira molto e trovo che ciò che si spende per mangiare bene è sempre ben speso!
uno stopover è giusto un assaggio ma permette di farsi un’idea di un luogo nuovo