Non ci capita spesso di dedicare un articolo a qualcosa che non ci è piaciuto, principalmente perché è molto più bello raccontare e rivivere i ricordi belli… Tuttavia, anche i consigli negativi possono essere preziosi: abbiamo così deciso di scrivere brevemente del nostro viaggio a Stoccolma, raccontandovi cosa ci è piaciuto e cosa invece ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca.
Il meglio di Stoccolma: il Museo Vasa
Iniziamo con il piatto forte: il Vasa Museum vale di per sé il viaggio fino a Stoccolma. Nessuna ironia: è semplicemente da togliere il fiato, ritrovarsi davanti ad un galeone vichingo “in carne ed ossa”.
Questo capolavoro di ingegneria nautica vichinga, per qualche motivo, naufragò proprio al suo varo, nel XVII secolo. Pare che il tallone d’Achille del galeone fu la sua scarsa resistenza ai flutti laterali: secondo la leggenda, il capitano si accorse del problema e, pur avendo dimostrato al re quanto il vascello fosse instabile, ricevette comunque l’ordine di salpare. Poco dopo l’uscita dal porto, la Vasa fu investita da un’ondata laterale, si rovesciò sul fianco ed affondò. Il relitto trascorse oltre 300 anni sul fondo dell’oceano finché un archeologo dilettante e un sub di grande esperienza, tali Anders Franzén e Edvin Fälting, negli anni Cinquanta del Novecento lo scovarono carotando il fondale marino. Non fu grandiosa solo la scoperta in sé, ma ancora di più lo fu la geniale idea di Franzén di sollevare dal fondale marino la nave tutta intera. Lo sforzo tecnico, come si può immaginare, non fu indifferente: vennero scavati dei tunnel sul fondale marino, la nave fu alloggiata in una sorta di cesta e con delle pompe venne progressivamente sollevata dal fondale e spostata in acque poco profonde e infine all’asciutto.
All’interno del museo, il percorso di visita su più livelli attraverso un’esposizione che mostra migliaia di reperti recuperati insieme al relitto (tra i ritrovamenti più importanti ci sono le sei vele, in ottime condizioni) e che ripercorre la storia del vascello.
Questo museo è stata per noi una grande scoperta: ci ha entusiasmato sentirci così piccoli accanto allo scafo di legno e poter ammirare il vascello esattamente come doveva essere apparso secoli prima a chi lo salutava da riva sventolando un fazzoletto. Ci è piaciuto rivivere non solo la costruzione del galeone, ma anche la sua scoperta e l’ingegnoso progetto per il suo restauro. Il Vasa Museum è semplicemente meraviglioso.
La Stoccolma a cui dovremmo dare una seconda possibilità
La parte vecchia della città, chiamata Gamla Stan, è racchiusa su un piccolo isolotto, antico nucleo della città. Le sue casette colorate, la cattedrale e il palazzo reale sono il fulcro di Gamla Stan e richiamano molti visitatori. L’atmosfera fiabesca che spesso si attribuisce a questa zona della città noi l’abbiamo respirata poco, probabilmente a causa dei troppi turisti e dei troppi negozi di souvenir un po’ dozzinali. Il palazzo reale ci è sembrato un po’ insipido a dire la verità, quasi un “casermone” dall’esterno; la visita agli appartamenti reali, a nostro parere, poco aggiunge all’esperienza perché, anche se sontuosi, sono un po’ anonimi.
Il museo Skansen è un grande museo del folklore a cielo aperto: ci sono piaciute le botteghe, ricostruite fedelmente alla tradizione, in cui alcuni figuranti mostravano antichi mestieri. Tuttavia, accanto a qualche ricostruzione storica abbastanza interessante, hanno piazzato uno zoo con animali decisamente poco entusiasti della reclusione: ecco che Skansen è presto finito sulla lista dell'”Anche no”.
Infine, la cosiddetta isola degli artigiani, Fjäderholmarna, è un isolotto con qualche bottega e parecchi negozi (trappole) per turisti; unico lato positivo, secondo noi, è che il breve tratto in barca per raggiungerla permette di ammirare uno scorcio della selvaggia foresta svedese.
Perché Stoccolma ci ha deluso: la verità
Probabilmente il motivo principale per cui Stoccolma ci ha deluso non è tanto (o, quantomeno, non è solo) la mancanza di atmosfera o la presenza di troppi turisti… ci è capitato di trovarci in luoghi altrettanto turistici che, però, abbiamo ugualmente amato. Probabilmente Stoccolma ci ha deluso per due motivi
- Non era il momento giusto: siamo partiti per questa breve vacanza con gran preoccupazione perché a casa abbiamo lasciato in convalescenza dalla “nonna” il nostro cane, che aveva appena subito due interventi alla zampa. Inutile dire che non avevamo certo lo stato d’animo giusto per goderci il viaggio. Come se non bastasse, o forse proprio perché siamo partiti fin dall’inizio con la nuvoletta nera di sfiga alla Fantozzi, il “B&B” dove abbiamo dormito era una piccola e triste stanza a casa di una tizia un po’ pazza e abbiamo entrambi trascorso una nottataccia a causa di qualcosa di avariato… insomma, parecchie cose sono andate storte!
- Non l’abbiamo vissuta nella maniera giusta, cioè non l’abbiamo vissuta “alla nostra maniera”. Nei nostri viaggi, se ci seguite da un po’ ve ne sarete accorti, cerchiamo sempre di creare degli itinerari fatti su misura per noi. Senza dubbio ci saremmo goduti di più il viaggio se avessimo deciso, tanto per dire, di esplorare l’arcipelago di Stoccolma in kayak anziché in battello o se avessimo dedicato una giornata ad un’escursione nella natura, ad esempio con un wildlife safari. Forse avremmo dovuto scegliere con più attenzione il posto dove alloggiare, in modo da avere un luogo ospitale in cui tornare. Forse non solo non abbiamo scelto di fare le cose giuste, ma neppure avevamo l’atteggiamento giusto.
La morale è che… ci riproponiamo di tornare in Svezia e a Stoccolma, magari in inverno, per goderci l’atmosfera nordica e hygge e cancellare questo primo ricordo negativo della città.
Fotografia di copertina: Photo by Tatiana Lapina on Unsplash
Per me Stoccolma è stato solo amore invece. Ho provato la vostra stessa sensazione in Sudafrica invece. Ma la Svezia l’ho sentita come seconda casa fin dal primo istante. L’ho individuata subito come città dove vivere e dove mi trasferirei all’istante!
probabilmente si tratta di una sorta di “affinità elettiva” per alcuni luoghi piuttosto che per altri
Vi capisco, quando si parte con il piede sbagliato e l’umore compromesso purtroppo succedono sempre cose abbastanza spiacevoli e si finisce per rovinare il viaggio.
Ma anche io che ho un cagnolino sarei partita preoccupatissima come voi ed avrei avuto tutte le sfighe fantozziane più assurde, quindi urge riprogrammare nuove visite in questa città!
lo faremo di certo!
Sai, a volte i viaggi sono come i libri. Occorre la giusta predisposizione per accogliere luoghi, contesti e personaggi. La prima volta può risultare indigesta la trama, ma leggendola dopo anni, sotto una nuova luce, te ne innamori perdutamente.
Hai assolutamente ragione! Per questo daremo una “seconda occasione” a Stoccolma
Io ho adorato Stoccolma! Concordo sul fatto che da solo il Vasa Museum valga il viaggio, così come visitare il Castello di Drottningholm, ma in generale mi sono piaciuti i colori della città, quella commistione tra il verde di prati e parchi, il blu delle acque e il celeste del cielo resi più vividi dalla luce tagliente del sole (sono andata a maggio, immagino non sia sempre così).
Eh sì, dovremo proprio tornarci per apprezzare tutte queste cose che ci hai descritto
E io invece mi sono persa il museo Vasa perché non ho avuto abbastanza tempo! Ero stata anni fa a Skansen in occasione di un viaggio di lavoro, e pur avendo apprezzato la cena nel ristorante, il resto del museo mi ha lasciata perplessa, ma d’altra parte questi musei con le statue di cera e i dipendenti in costume d’epoca mi mettono sempre addosso un misto di ansia e tristezza. Se al tutto aggiungiamo gli animali in gabbia le cose non possono che peggiorare.
Se vi capita di tornare, vi consiglio di dedicare del tempo per esplorare Djurgarden (l’isola dove si trova Skansen) perché in certi angoli sembra di essere in qualche isoletta dell’arcipelago: ristoranti affacciati su piccoli moli, spazi verdi e un bellissimo vivaio con tanto di caffetteria.
Grazie per il consiglio Silvia