E io che mi sarei aspettata di camminare per ore nella foresta per raggiungervi. E invece voi siete lì, appena nascosti nella prima vegetazione fitta dietro ai campi di patate. Vi trastullate nell’erba alta, come se niente fosse, coricati a godervi il sole del mattino. La prima sensazione è di stupore: siete tanti ma non fate rumore, siete grossi ma quasi non vi si vede tra la vegetazione. A lungo ho sognato questo incontro e ora, ecco, il momento è arrivato.
All’inizio siamo timidi, ci immobilizziamo non appena vediamo il nero del vostro manto. Tiriamo fuori la macchina fotografica, chissà se ve ne andrete. Ma voi vi comportate come se niente fosse. Con il ranger vi scambiate rumori gutturali, rochi, sono suoni amichevoli, vi dite l’un l’altro che va tutto bene. Ci accettate a margine del vostro gruppo sociale, come dei vecchietti al solito bar che giocano a carte e si lasciano osservare per vedere chi vincerà la partita. Siete così. Ci accogliete senza mostrare troppo interesse, senza sentirvi né disturbati né curiosi, di certo avete visto e annusato molti altri esseri umani prima di oggi. Siete a vostro agio, sapete che se siamo qui è perché ne capiamo il valore.
Da sinistra si avvicina a noi un giovane gorilla: punta dritto su di noi, lo fa con nonchalance e intenzione insieme. Un secondo prima di arrivare a strusciarsi contro le nostre gambe, il ranger ci tira indietro di tre passi, back back back. E lui vai per la sua strada, un po’ deluso che il suo coraggio non sia servito.
Siete coricati malamente uno sull’altro, a quanto pare vi piace rotolarvi sui cespugli. Spunta il piede di un bebè, lo tenete al centro del gruppo, protetto. È coricato sul torace della mamma, ogni tanto succhia un po’ di latte e poi si appisola. Le facce che fate non si possono raccontare: uno di voi è coricato con un braccio sulla testa, sembra un napoletano addormentato accanto alla sua barca da pesca. Un altro dorme con la faccia un po’ imbronciata e ce n’è uno che è disteso e sta meditando sui massimi sistemi dell’universo. Il piccolino di 5 mesi si osserva un piede e poi se lo ficca in bocca, non si sa mai.
Poi è la volta del maschio silverback: d’un tratto si alza. Guarda verso di noi, il suo sguardo è carico di responsabilità. È attento, serio. Sa che non deve mai abbassare la guardia. Veloce, fa qualche passo verso di noi, guardandoci fisso. D’istinto indietreggiamo, percepiamo anche noi la sua autorità, è lui che comanda. Subito la famiglia lo segue, non ha avuto bisogno neanche di un richiamo o di uno sguardo. Si è mosso e loro con lui. Fa strada per un po’ tra la vegetazione, poi aspetta cauto che tutti passino e chiude la fila. Questo significa essere il leader, il capofamiglia. Controllare che siano tutti al sicuro, non scomporsi mai, proteggere. Sceglie un posto tra gli alberi, ne afferra i rami e, come se fossero giunchi, li piega per sedersi più comodo. Sbadiglia: ha la lingua nera di clorofilla e canini di tutto rispetto.
Mentre vi siamo accanto è come se fosse eccezionale e normale insieme. Forse in qualche altra vita siamo già stati qui, chissà. Forse è il riconoscersi del patrimonio genetico che abbiamo in comune. Allungando il braccio potremmo toccarvi e, ne siamo certi, vorreste allungare il braccio anche voi a toccare noi. Ma né il ranger né il silverback possono permetterlo, ci sono delle regole. Eppure, regole o no, è quasi un ritrovarsi, è un’emozione quasi familiare.
Sedere a meno di mezzo metro da un gorilla che non fa null’altro che vivere, libero nel proprio habitat, è uno dei privilegi più straordinari che si possa avere e noi siamo fortunati e riconoscenti per aver vissuto questo incontro così emozionante e indimenticabile con la famiglia Susa, nella foresta impenetrabile del Ruanda.
Informazioni Pratiche
🇷🇼 In Ruanda ci sono 10 famiglie di gorilla di montagna che possono essere visitate da piccoli gruppi di massimo 8 persone (quindi ogni giorno un massimo di 80 persone possono vivere questa esperienza unica).
🥾 Il trekking può essere più o meno lungo e arduo a seconda di dove si trova la famiglia a cui si è assegnati. Durante l’escursione si è accompagnati da una guida, due guardie e due tracker che hanno precedentemente localizzato i gorilla. Chi vuole può reclutare un portatore per ridurre un po’ la fatica.
📷 Una volta raggiunta la famiglia assegnata, è consentito trascorrere un’ora ad osservare da vicino i gorilla intenti nelle loro attività quotidiane.
😷 Per proteggere i gorilla è necessario sottoporsi ad un test PCR per il covid prima dell’escursione ed è necessario indossare la mascherina: questo perché, Covid a parte, i gorilla sono suscettibili agli stessi patogeni che colpiscono l’uomo. Inoltre non è possibile partecipare al trekking se si è ammalati.
⏱ Bisogna prenotare in anticipo, soprattutto in alta stagione.
💸 Il permesso per il Gorilla Trek in Ruanda costa 1500$ a persona: il ricavato viene per il 75% investito in progetti di conservazione e ricerca e il 10-20% circa resta alle comunità locali.
💭 Sì, è molto costoso, ma davvero non si può dare un prezzo all’incredibile emozione di essere a pochi passi da una famiglia di gorilla nel suo habitat naturale. Liberi e selvaggi.