weekend nelle Langhe

Andar per Langa: itinerario enogastronomico e godereccio

Cosa c’è di meglio, in una domenica calda di sole e cielo azzurro, che infilare gli occhiali da sole e rotolare pigramente su e giù per le colline delle Langhe?

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Le Langhe

Il nostro itinerario enogastronomico nelle Langhe

L’itinerario che raccontiamo lo abbiamo percorso in sella alla nostra fida motoretta, con sole e brezza addosso (mettete la crema solare, voi, noi ce ne siamo scordati con conseguenze ovvie…), ma è adatto anche a ciclisti allenati (molti dislivelli) oppure all’auto. Siamo partiti da Verduno e percorrendo un percorso circolare, abbiamo sostato a La Morra, Barolo, Monforte d’Alba, Grinzane Cavour e infine a Pollenzo.

mappa langhe

Le tappe del nostro itinerario

La prima tappa è Verduno: la cittadina si concentra attorno ad un piacevole belvedere erboso e al castello (non visitabile, occupato da un albergo-ristorante). Una buona occasione per venirci è a settembre, per la festa patronale e soprattutto per conoscere il Pelaverga, una delle D.O.C. più piccole d’Italia: dopo un certo numero di degustazioni, il belvedere erboso sarà un ottimo cuscino…
Da qui ci spostiamo a La Morra, bella cittadina in salita strapiena di localini trendy; prima di salire al Belvedere (al momento purtroppo chiuso per lavori di ristrutturazione), all’ufficio turistico si può avere l’elenco con le date dell’apertura delle cantine in zona, per visitarle, fare assaggi e scoprire nuovi produttori. Si può anche salire sulla torre campanaria (ingresso gratuito) e buttare un’occhiata sui tetti sotto di voi e su colline a perdita d’occhio.
A brevissima distanza sorge Barolo, città che probabilmente non avrebbe bisogno di presentazioni visto che il nome ci catapulta in bicchieri colmi di nettare rosso granato; gli astemi, forse, apprezzano Barolo per il famoso festival musicale Collisioni. Oltre a locali e produttori vinicoli, a Barolo c’è la possibilità di visitare il WiMu (Wine Museum), sito all’interno del castello, il museo dei cavatappi e di fare l’Agrilab Wine Tasting Tour. In piena atmosfera “americana”, questa esperienza degustativa high-tech – pur perdendo di atmosfera – permette di assaggiare calici davvero meritevoli: all’ingresso vi vengono consegnati un bicchiere e una tesserina da infilare in vari distributori di vino con cui assaggiare tutti i vini del territorio. Consigliatissima la Nascetta – vitigno risalente al 1800 e recentemente riscoperto; alla fine della degustazione, si restituisce il bicchiere e si paga in base a quale vino e a quanto vino si è bevuto.
Dopo aver indugiato concedendoci svariati assaggi a Barolo, ci spostiamo quindi a Monforte, dove ci fermiamo per pranzare al Fre Bistrot: bella la posizione, un terrazzo affacciato sulle colline, meno positivo il giudizio per il cibo (unico pollice in su per la focaccia) e il prezzo. Se come noi amate la musica – e il jazz in particolare – sappiate che a luglio ci sarà Monfortinjazz, con un programma di artisti internazionali di tutto rispetto.

Dopo esserci rifocillati è il turno di Grinzane Cavour, dove visitiamo il castello con la sua enoteca. Camillo Benso conte di Cavour, quell’ometto rotondo con gli occhialetti altrettanto rotondi e il gilet, era un uomo di panza e di sostanza. Amava il buon cibo e amava il buon vino. Fortuna nostra. Sì, perché prima che il nostro amico Camillo se ne innamorasse, dalle uve Nebbiolo si ricavava un vinello da tavola di scarsa personalità. L’amico Cavour, insieme alla Marchesa Falletti di Barolo, forse per non doversi far arrivare un buon bicchiere dai cugini francesi, consultarono enologi e a furia di sperimentare e migliorare portarono nei nostri bicchieri il Barolo. A quanto pare, noi italiani al Barolo e all’ometto rubizzo che lo ha affinato dobbiamo davvero molto: si narra infatti che Cavour fece accompagnare la visita dell’avvenente Contessa di Castiglione a Napoleone III da un buon numero di casse di Barolo… sarà stato il fascino della donna o del vino (o entrambi) a convincere l’Imperatore a sostenere la causa dell’indipendenza italiana? Ai posteri l’ardua sentenza.
Infine, sulla via del ritorno, ci fermiamo a Pollenzo. Concludiamo la nostra gita con il piccolo centro antico recuperato, la banca del vino, l’Università del gusto (qui vengono organizzati periodicamente degli open day per conoscere l’offerta didattica e visitare l’ateneo).

E’ stata una gita piacevole e spensierata, accompagnata da sole vento vino (trallallà).
Le Langhe sono davvero un piccolo gioiello, anche se, da quando sono state dichiarate patrimonio UNESCO, purtroppo sono state parecchio “sdoganate”, i prezzi sono saliti e la qualità (del cibo in particolare) mediamente è scesa. Speriamo che presto questa trasformazione si fermi e che si possa tornare ad una manciata di anni fa, quando un vitello tonnato come-Dio-comanda e i tajarin 30 tuorli ci facevano toccare il cielo con un dito senza la doccia gelata di un conto esagerato.

Informazioni pratiche

Noi abbiamo pranzato al Fre Bistrot (abbiamo già espresso la nostra opinione; aggiungiamo solo che in estate è possibile usufruire della loro bella piscina a sfioro con un pacchetto piscina+pranzo a 38€), ma le Langhe offrono centinaia di possibilità per un pranzo per ogni palato. Vi segnaliamo, lungo l’itinerario descritto, alcuni locali che ci sono piaciuti in passato: Locanda Fontanazza, Osteria Veglio, UVE (di cui abbiamo già parlato altrove).
E infine, vi segnaliamo anche due bottiglie che ci hanno colpito: Eresia di Bricco Giubellini e Anas-Cetta dell’Azienda Agricola Cogno. Fuori budget ma paradisiaco il Barolo DOCG 2014 di Gagliardo.



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17 commenti su “Andar per Langa: itinerario enogastronomico e godereccio

  1. Che meraviglia! Sono reduce da una vacanza piemontese e al ritorno sono passata per le Langhe: a causa del cattivo tempo non ci siamo fermati in nessun luogo ma … mi sono innamorata delle Langhe!

  2. Un viaggio enogastronomico itinerante nelle Langhe devo ancora farlo. I vigneti sono legati alla mia infanzia e quei panorami sono davvero spettacolari

  3. Bellissimo itinerario! Noi ad ottobre abbiamo visitato Santo Stefano Belbo, Alba e Neive! Paesaggi da togliere il fiato e in più si mangia e si beve bene! Di sicuro per il prossimo weekend nelle Langhe terrò a mente il tuo articolo ?

  4. Io abito proprio a due minuti dall’università di Pollenzo. E ieri sera sono stata a cena a Verduno, a Ca’ del Re – il “fratello minore” del ristorante del castello di Verduno – e ho bevuto il Pelaverga bianco. Ho sentito pareri discordanti su Fre che, a dire la verità, non mi ispira tantissimo perché mi da l’idea di voler essere un po’ troppo fighetto per la questa zona. Ora mi avete convinta in maniera definitiva!
    Voi di dove siete di preciso?

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